Tenuta Castello di Grumello sarà presente alla 56° edizione del Vinitaly, il salone internazionale dei vini e distillati che si svolgerà in fiera a Verona dal 14 al 17 aprile 2024.
È la prima volta per l'azienda con uno stand tutto suo nel padiglione 7 Stand E2. Un appuntamento importante che arriva dopo quasi due anni di restyling sostanziale e formale della tenuta. Il Castello di Grumello, infatti, è l'azienda più antica della Valcalepio, in provincia di Bergamo, con oltre 150 anni di storia che hanno segnato la nascita del taglio bordolese nel contesto vitivinicolo lombardo. La recente acquisizione da parte dell'azienda bergamasca Kask ha dato inizio a una lunga serie di trasformazioni che proseguiranno nei prossimi anni. Una fiera internazionale come il Vinitaly è il palcoscenico migliore per raccontare i cambiamenti già in essere e quelli previsti per il futuro.
Stefano Lorenzi, direttore della tenuta, sottolinea quanto il Castello di Grumello rappresenti la parte migliore della storia agricola in Lombardia e in particolare nella Bergamasca, ma, al contempo, il suo esempio è rimasto a lungo circoscritto nei confini regionali: “Abbiamo tutte le carte in regola – sottolinea Lorenzi – per farci conoscere di più e meglio sul territorio nazionale e all'estero. Abbiamo una nuova immagine del brand, un'affascinante dimora dell'anno Mille, tutt'oggi operativa e che tutti possono visitare, stiamo ampliando il vigneto e migliorandolo dal punto di vista agronomico, seguendo attenti protocolli sostenibili. Ci prendiamo tutto il tempo che serve per fare le cose fatte bene, nel pieno rispetto dei tempi della natura che sappiamo essere lunghi”. Una natura che vuol dire vigna ma anche bosco e percorsi storico-naturalistici che circondano i filari: “Molti quando pensano a Bergamo e al suo territorio immaginano industrie e manifatture. E' vero e l'impatto c'è ma sta emergendo sempre più forte anche un'altra immagine, quella delle colline e delle alpi, delle vigne e dei prodotti agricoli coltivati fino a mille metri. Castello di Grumello è un perfetto esempio di ecosistema inserito in un contesto urbanizzato che ha trovato la strada del confronto e non del conflitto”.
Il vigneto è anche il centro degli interessi di Paolo Zadra, enologo della tenuta da trent'anni. Gli obiettivi sono tanti: “Abbiamo subito puntato alla valorizzazione dei vigneti più antichi – racconta Zadra – che in alcuni casi superano i quarant'anni. In particolare, la tenuta crede molto nel suo cabernet sauvignon, tanto da dedicargli un vino nuovo, il Burdunì, fatto con l'80 per cento di quest'uva. Personalmente ho a cuore la merera, un'uva autoctona che già mio padre, Carlo Zadra, aveva tolto dall'oblio a cui pareva destinata. Ad oggi siamo l'unica realtà in Valcalepio ad averla messa in commercio con l'etichetta Medera. E poi c'è il progetto dei Piwi, quello legato ai vitigni resistenti, che portiamo avanti dal 2014. Il risultato in bottiglia si chiama Le Noci. Dal punto di vista della cantina siamo contenti dei primi risultati che stanno arrivando dalle due Nomblot, le uova di cemento comprate poco tempo fa per lavorare sui vini bianchi. La complessità che questo materiale sa dare al vino è tale che abbiamo pensato a una nuova etichetta che nascerà probabilmente nel 2025”.