UNA STORIA CHE GUARDA AL FUTURO
Se le mura potessero parlare racconterebbero di battaglie tra guelfi e ghibellini, della dominazione milanese dei Visconti e di quella veneziana. Sarebbe poi la volta dei francesi fino alle famiglie borghesi che hanno vissuto tra queste stanze. Il racconto del vino è al centro di questa identità, fin dalla metà dell’800, quando le prime piante di cabernet sauvignon arrivarono a Grumello del Monte.
Il passato non è mai un peso, piuttosto una responsabilità. Perché c'è da fare altrettanto bene e migliorare. Ecco perché crediamo in un'identità mutevole, che risponde alle caratteristiche del tempo che si vive.
Il dialogo tra passato e presente è in questa accogliente ed elegante dimora di campagna che è sempre stata un luogo di lavoro, appartenuta a gente che conosceva la terra. È quello che facciamo ancora oggi, aprendo le stanze, la cantina, i vigneti a chiunque voglia conoscere il Castello di Grumello.
Guardiamo al Castello di Grumello come a un ecosistema. Le vigne contano quanto gli alberi, il bosco, gli insetti, le radici. Il grosso del lavoro è tenere tutto questo in equilibrio.
Fare vini che sanno di presente
I vini sono cangianti per stare al passo delle annate e dei gusti dell'oggi. Non forziamo la natura, ma rispettiamo anche chi ci sceglie. Puntiamo alla freschezza, all'eleganza, alla longevità, ai sorsi vibranti.
Un approccio sartoriale
L'approccio è quello sartoriale, che vuol dire lavorare con attenzione in vigna e cantina, continuare la formazione, guardare con interesse alla ricerca scientifica, aggiornarsi su tutte le occasioni per essere il più possibile un'impresa sostenibile.